Magrè di
Schio ( Vicenza) 6 Ottobre 2013
Una giornata per la verità storica
Una giornata per la verità storica
Tresso (Blasco):
un rivoluzionario per la Quarta Internazionale
di Riccardo
Bocchese

“La più bella figura del movimento operaio
italiano del Novecento, non paragonabile a nessun altro in Italia per grandezza
morale, lucidità d’analisi politica, coerenza tra pensiero e azione,
determinazione rivoluzionaria...”, così lo definisce Roberto
Massari, esperto di storia del movimento operaio
nonché editore di tanti classici del marxismo e del Bollettino della Nuova
Opposizione Italiana diretta da Tresso, nel contributo che ha inviato
all'assemblea a cui non ha potuto partecipare per altro impegno politico preso
precedentemente (l'ampio contributo di Massari, un vero e proprio saggio che
contiene anche una testimonianza personale sul legame tra Tresso e Leonetti,
essendo Massari stato amico e collaboratore di quest'ultimo, viene pubblicato
integralmente sul nostro sito sotto a questo resoconto).
Centoventi anni fa, il 3 gennaio 1893,
nasceva, a Magrè di Schio, in provincia di Vicenza, Pietro Tresso (Blasco). Morì
nel 1943, assassinato in Francia, nel campo "Wodli" in Alta Loira. Il suo corpo
non fu mai ritrovato.
Lo scorso 6 ottobre si è tenuta un’assemblea
organizzata dal Partito di Alternativa Comunista in ricordo di Pietro Tresso,
nome di battaglia “Blasco”, nello storico Circolo operaio di Magrè di Schio in
provincia di Vicenza, in quella stessa via Cristoforo che diede i natali 120
anni fa al militante rivoluzionario trotskista. Una scelta non casuale, quella
di tenere l’assemblea nel Circolo operaio fondato nel 1890, che ha rappresentato
per Schio e l’Altovicentino un centro di riferimento delle lotte operaie e
riferimento costante per le lotte politiche, come ha ricordato Marco Busetto, a
nome del Circolo, nel suo saluto all’assemblea.Davanti ad una sala piena di operai e studenti, hanno parlato Patrizia Cammarata (della sezione Pdac di Vicenza che ha organizzato l'iniziativa), Adriano Lotito (Coordinatore dei Giovani di Alternativa Comunista), Ugo De Grandis (storico della Resistenza) e Francesco Ricci (del Comitato Centrale del Pdac) e le relazioni hanno contribuito a costruire una giornata in cui è stato possibile ripristinare la verità storica e affermare i reali motivi dell’assassinio di Tresso, dopo decenni di depistamenti, menzogne e coperture staliniste.
“Il Partito di Alternativa Comunista vuole ricordare e parlare di Pietro Tresso non solo per sottrarlo alle calunnie ma perché vogliamo – ha spiegato Francesco Ricci - proseguire il suo progetto di rovesciamento del capitalismo. Trotsky, che aveva diretto la rivoluzione del 1917 ed era stato il fondatore dell’Armata Rossa, parlando della sua vita, affermava che la cosa più importante che aveva fatto era la costruzione della Quarta Internazionale. Noi ci dichiariamo eredi di quella lotta, che è stata anche di Pietro Tresso, eredi della sua volontà e del suo progetto di costruzione della Quarta Internazionale. Non c’interessa riaprire vecchi dibattiti, quello che c’interessa è capire se il progetto politico di Tresso avesse un senso e noi crediamo di sì”.
Le certezze storiche
Pietro Tresso è stato assassinato da alcuni
partigiani stalinisti francesi tra il 26 e il 27 ottobre 1943 assieme ad altri
quattro militanti. Sono due gli elementi da capire: il movente e i
mandanti.
Tresso era dirigente della Quarta Internazionale e in Italia nel 1943 stava iniziando una rivoluzione. Una serie di scioperi spinsero la grande borghesia a cercare di sostituire Mussolini con Badoglio. In Italia c’erano circa 250 mila operai armati che pensavano in quel momento di partecipare alla rivoluzione socialista d’Italia.
Pietro Tresso fu tra i fondatori del Pci nel ‘21 e divenne segretario amministrativo, prima di essere espulso come “eretico” assieme ad altri due compagni, Leonetti e Ravazzoli. Il 3 settembre 1938 alla conferenza di fondazione della Quarta Internazionale Tresso, con lo pseudonimo di Julian, era tra i 21 delegati di 12 paesi (altre 18 sezioni non furono in grado di far arrivare i loro delegati e lo stesso Trotsky sotto controllo non potè parteciparvi). Il ritorno di Pietro Tresso in Italia avrebbe rappresentato un pericolo enorme per lo stalinismo.
Per questo si uccide Tresso, per questo si uccide Trotsky, per questo sono stati ammazzati altre migliaia di compagni come tutti i componenti del Comitato Centrale russo del cui organismo, dopo la morte prematura (e forse non naturale) di Lenin, unico morto di morte naturale è (probabilmente) il solo Stalin.
Tresso era dirigente della Quarta Internazionale e in Italia nel 1943 stava iniziando una rivoluzione. Una serie di scioperi spinsero la grande borghesia a cercare di sostituire Mussolini con Badoglio. In Italia c’erano circa 250 mila operai armati che pensavano in quel momento di partecipare alla rivoluzione socialista d’Italia.
Pietro Tresso fu tra i fondatori del Pci nel ‘21 e divenne segretario amministrativo, prima di essere espulso come “eretico” assieme ad altri due compagni, Leonetti e Ravazzoli. Il 3 settembre 1938 alla conferenza di fondazione della Quarta Internazionale Tresso, con lo pseudonimo di Julian, era tra i 21 delegati di 12 paesi (altre 18 sezioni non furono in grado di far arrivare i loro delegati e lo stesso Trotsky sotto controllo non potè parteciparvi). Il ritorno di Pietro Tresso in Italia avrebbe rappresentato un pericolo enorme per lo stalinismo.
Per questo si uccide Tresso, per questo si uccide Trotsky, per questo sono stati ammazzati altre migliaia di compagni come tutti i componenti del Comitato Centrale russo del cui organismo, dopo la morte prematura (e forse non naturale) di Lenin, unico morto di morte naturale è (probabilmente) il solo Stalin.
Schio: tre
lapidi a memoria di fascisti e nessuna per Pietro Tresso
Ugo De Grandis, lo storico che ha
pubblicato, tra altre interessanti opere, un quaderno di storia e cultura
scledense sulla “Vita e morte di Pietro Tresso “Blasco” rivoluzionario
scledense”, ha parlato, con precisione e passione, di Tresso e della sua
avventura umana e politica di uomo “contro”, contro le imposizioni, contro gli
opportunismi, contro i diktat ma non contro l’umanità, un uomo di fama e
caratura internazionale che non ha mai perso la “tenerezza”, come si evince
leggendo le lettere che scrisse dal carcere ai familiari e alla sua compagna
Barbara.
Fu tra i fondatori del Partito Comunista
d’Italia, amico intimo di Antonio Gramsci, leader sindacale e dirigente
clandestino in Italia e in vari Paesi europei, perseguitato dai fascisti e
ammazzato dagli stalinisti, conosciuto anche all’estero per il suo ruolo di
primo piano in politica, non ha nemmeno una lapide che lo ricordi nella sua
città natale. In una città che era riuscita a liberarsi dei fascisti prima della
fine della guerra con tanto di sottoscrizione di accordo.
“Nessuna lapide a ricordo – prosegue De Grandis - nonostante in Consiglio Comunale dal 1945 ad oggi siano sempre stati presenti uomini politici che si sono formati o che arrivano da questo Circolo Operaio di Magrè. In compenso Schio conta ben tre lapidi a memoria di fascisti giustiziati”.
Ciò nonostante, da una ventina d’anni, la verità storica è venuta a galla. L’uccisione di Pietro Tresso, protagonista di levatura europea nella storia del movimento comunista, non fu certamente un fatto locale. Qualcuno molto al di sopra di Giovanni Sosso, comandante del maquis di Raffy, comandò la soppressione, dopo aver ricevuto la ratifica dagli apparati dell’Internazionale Comunista di Mosca in mano a Stalin e verosimilmente anche dal Pci diretto da Togliatti. Oltre tre settimane trascorsero, infatti, dall’evasione dal carcere alla soppressione. Il tempo necessario, nelle condizioni di guerra in cui si svolgevano i fatti, per ottenere la direttiva ufficiale di un simile atto: nessuno, e tanto meno i partigiani del Pcf, avrebbero rischiato un’iniziativa personale a danno di un dirigente politico del livello di Tresso.
Un ricordo è andato anche a Barbara, militante rivoluzionaria e compagna di Tresso. “Anche per Barbara– ha detto Patrizia Cammarata che nella sua introduzione ha delineato i principali momenti della biografia di Tresso – ci riuniamo qui oggi, per proseguire la sua ricerca di verità e giustizia nei confronti del suo compagno di vita e di lotta, una verità che lei aveva ostinatamente perseguito fino alla morte e che le è stata negata”.
“Nessuna lapide a ricordo – prosegue De Grandis - nonostante in Consiglio Comunale dal 1945 ad oggi siano sempre stati presenti uomini politici che si sono formati o che arrivano da questo Circolo Operaio di Magrè. In compenso Schio conta ben tre lapidi a memoria di fascisti giustiziati”.
Ciò nonostante, da una ventina d’anni, la verità storica è venuta a galla. L’uccisione di Pietro Tresso, protagonista di levatura europea nella storia del movimento comunista, non fu certamente un fatto locale. Qualcuno molto al di sopra di Giovanni Sosso, comandante del maquis di Raffy, comandò la soppressione, dopo aver ricevuto la ratifica dagli apparati dell’Internazionale Comunista di Mosca in mano a Stalin e verosimilmente anche dal Pci diretto da Togliatti. Oltre tre settimane trascorsero, infatti, dall’evasione dal carcere alla soppressione. Il tempo necessario, nelle condizioni di guerra in cui si svolgevano i fatti, per ottenere la direttiva ufficiale di un simile atto: nessuno, e tanto meno i partigiani del Pcf, avrebbero rischiato un’iniziativa personale a danno di un dirigente politico del livello di Tresso.
Un ricordo è andato anche a Barbara, militante rivoluzionaria e compagna di Tresso. “Anche per Barbara– ha detto Patrizia Cammarata che nella sua introduzione ha delineato i principali momenti della biografia di Tresso – ci riuniamo qui oggi, per proseguire la sua ricerca di verità e giustizia nei confronti del suo compagno di vita e di lotta, una verità che lei aveva ostinatamente perseguito fino alla morte e che le è stata negata”.
L’attualità del
messaggio di Tresso
“Quando organizziamo iniziative di questo
tipo – ha spiegato Adriano Lotito, responsabile dei giovani del Pdac - non è per
celebrare miti o icone, ma perché abbiamo degli esempi da seguire nelle lotte
quotidiane. La rivolta diffusasi in 80 città della Turchia lo scorso giugno dopo
essere partita dai ragazzi di Gezi park di Istanbul; le lotte che si sono
scatenate in Brasile scoppiate dopo l’annuncio, poi ritirato, dell’aumento del
costo dei biglietti di trasporto urbano, (lotta che ha visto l’unione tra
studenti e operai); gli imponenti processi rivoluzionari dal 2011 ad oggi con
manifestazioni in dodici paesi dal Marocco alla Siria, con la manifestazione in
Egitto del 3 luglio scorso che ha visto in piazza 17 milioni di lavoratori e
studenti per far cadere il governo Morsi, subalterno alle politiche
dell’imperialismo; tutte queste mobilitazioni sono lì a dimostrare cosa manca
per instaurare un governo dei lavoratori: un partito rivoluzionario
internazionale. Il problema dei problemi quindi è la costruzione di questo
partito, un partito rivoluzionario basato sulla memoria storica del marxismo
rivoluzionario. Problema che si era posto anche Pietro Tresso con la costruzione
della Quarta Internazionale. La sua lotta di allora è la nostra lotta di
oggi”.
Al termine dell’incontro una ampia parte dei numerosi partecipanti all'assemblea, lavoratori immigrati, operai, disoccupati, studenti e compagni di diverse provenienze, si è trattenuta al Circolo per la cena sociale di raccolta fondi a favore della cassa di resistenza della lotta degli operai dell’OM Carrelli di Bari, una scelta, quella di dedicare la raccolta fondi a questa lotta, non solo di solidarietà alla lotta dei compagni pugliesi, ma anche come omaggio all'attività di sindacalista che Pietro Tresso aveva svolto proprio in Puglia, dove era stato in prima linea nella battaglia per il minimo salario garantito ai braccianti.
Ultimiamo questo breve report sulla giornata, citando una frase pronunciata da Toninho Ferreira, dirigente del Pstu, sezione brasiliana della Lit (Lega Internazionale dei Lavoratori -Quarta Internazionale) e di Conlutas, il più grande sindacato di base dell’America Latina, intervenuto durante il vivace dibattito svoltosi al termine delle relazioni: “Non solo Trotsky e Tresso, ma sono stati 20 milioni i morti in Russia per lo stalinismo. Il tradimento politico operato in tutto il mondo ha portato alla sconfitta decine di rivoluzioni. Per questo penso che il miglior modo per ricordare Tresso è costruire, e contribuire a costruire, la Quarta Internazionale”.
Al termine dell’incontro una ampia parte dei numerosi partecipanti all'assemblea, lavoratori immigrati, operai, disoccupati, studenti e compagni di diverse provenienze, si è trattenuta al Circolo per la cena sociale di raccolta fondi a favore della cassa di resistenza della lotta degli operai dell’OM Carrelli di Bari, una scelta, quella di dedicare la raccolta fondi a questa lotta, non solo di solidarietà alla lotta dei compagni pugliesi, ma anche come omaggio all'attività di sindacalista che Pietro Tresso aveva svolto proprio in Puglia, dove era stato in prima linea nella battaglia per il minimo salario garantito ai braccianti.
Ultimiamo questo breve report sulla giornata, citando una frase pronunciata da Toninho Ferreira, dirigente del Pstu, sezione brasiliana della Lit (Lega Internazionale dei Lavoratori -Quarta Internazionale) e di Conlutas, il più grande sindacato di base dell’America Latina, intervenuto durante il vivace dibattito svoltosi al termine delle relazioni: “Non solo Trotsky e Tresso, ma sono stati 20 milioni i morti in Russia per lo stalinismo. Il tradimento politico operato in tutto il mondo ha portato alla sconfitta decine di rivoluzioni. Per questo penso che il miglior modo per ricordare Tresso è costruire, e contribuire a costruire, la Quarta Internazionale”.
(*) Pdac sez. di Vicenza
Altre due immagini della partecipata assemblea su Tresso a Magrè di Schio
