Sangalli di Manfredonia.
Una lotta da sostenere
di Michele Rizzi (*)

Domenica 4 gennaio siamo stati invitati fuori ai cancelli della Sangalli vetro di Manfredonia ad un comizio pubblico per esprimere la solidarietà del Pdac alla lotta dei lavoratori che viene condotta ormai da un mese.
Questa
è un'azienda del Contratto d'area per il quale molti padroni per aprire nuove
attività in questa zona hanno ottenuto ricchi finanziamenti pubblici,
agevolazioni fiscali e contributive, oltre che contratti più bassi per i
lavoratori.
L'allora
presidente del Consiglio Prodi, padre del Contratto d'area (col suo primo
governo), veniva accolto in pompa magna ad offrire un grosso regalo ai padroni
che decidevano di venire a fare ricchi profitti in territorio dauno.
A
distanza di circa 15 anni, quasi tutti i padroni del Contratto d'area hanno
chiuso i battenti delle loro aziende, dopo aver sfruttato risorse pubbliche e
aver sfruttato il territorio ed hanno delocalizzato in altri Paesi dove la
manodopera è ancor più a buon mercato.
Alla
Sangalli, il padrone fa un grosso buco di bilancio (si parla di 13 milioni di
euro) e minaccia la chiusura lasciando sul lastrico più di 300 lavoratori che a
quel punto decidono di organizzarsi, mettono su un presidio e impediscono a
Sangalli di recuperare dai magazzini circa 10 milioni di euro di produzione.
Gli
operai rimangono senza salario, visto che il padrone con uno squallido ricatto,
decide di non pagarlo se non sarà sciolto il presidio e gli venga permesso di
reimpossessarsi della produzione.
Nell'assemblea
(di cui si può vedere un video di una testata locale a questo link
www.youtube.com/watch?v=7R38nsbJiow&feature=share)
è
intervenuto il sottoscritto e altri compagni del partito, rappresentanti di
altre lotte in Puglia come Francesco Carbonara Rsu Om carrelli, Mauro Mongelli
Rsu Telecom Puglia e Giacomo Petrelli rappresentante barese dei lavoratori
delle Poste italiane.
Concordiamo
con i lavoratori della necessità di unificare le vertenze in Puglia, di
proseguire con vigore la lotta Sangalli, perché la fabbrica è degli operai e
non di padroni senza scrupoli che vengono a fare profitti per poi delocalizzare
la produzione.
(*) coord. Pdac Puglia