Partito di Alternativa Comunista

Niente di nuovo dal cilindro di Vendola

Human factor

Niente di nuovo dal cilindro di Vendola

 

 

di Michele Rizzi

Nelle intenzioni dei maggiorenti di Sel, l'appuntamento milanese di Human factor avrebbe dovuto partorire un nuovo contenitore politico, un nuovo partito che mettesse insieme l'anima vendoliana con la sinistra del Pd (capeggiata da Cuperlo e da Civati), il pezzo del Prc capeggiato da Grassi, il tutto con la benedizione di Landini.
In realtà, questo ennesimo tentativo di ricostruzione di una forza politica di connotazione socialdemocratica sulle ceneri della fallimentare Sel non viene per ora portato a termine e il nuovo soggetto rimane sullo sfondo.

Human Factor è stata una tre giorni dove i dirigenti di Sel hanno tentato più volte di lanciare l'amo ai rappresentanti dem senza che questi (intervenuti anche dal palco) abboccassero, più che altro interessati a cercare di influenzare Renzi dall'interno del Pd e non certo ad unirsi a Vendola in un probabile salto nel buio politico.

Infatti, i Cuperlo e i Fassina non si sono spinti oltre la proposta di un patto di consultazione con Sel e quindi non oltre quello che già avviene in Parlamento tra la loro area e quella capeggiata dal governatore pugliese, tra la visibile delusione di tutti i presenti.

Nella replica finale, Vendola, arrampicandosi sugli specchi, lancia il doppio tesseramento e un “rimescolamento tra popoli” e “case comuni”.

 

Il riavvicinamento del Prc a Vendola

L'unico dato politico di questa tre giorni è il forte riavvicinamento del segretario di Rifondazione Ferrero (intervenuto per la prima volta sul palco di un'assemblea di Sel) a Vendola, mentre già da mesi l'associazione che fa capo alla corrente di minoranza più grande del Prc, Sinistra lavoro, diretta da Claudio Grassi, è totalmente interna al processo riaggregativo vendoliano.

Il segretario di Rifondazione da un lato lavora verso il definitivo scioglimento di quello che rimane del suo partito verso un nuovo soggetto di sinistra con i vari Revelli e Spinelli (che ha tenuto la sua assemblea a Bologna qualche settimana prima dell'happening vendoliano) e dall'altro pensa a fonderlo, o al massimo federarlo, con Sel, arrivando al nuovo incontro con Vendola con qualcosa da far pesare negli equilibri tra le due burocrazie.

 

Alternativi al Pd a parole ma governisti nei fatti

In sostanza Vendola tenta di resuscitare un vendolismo ormai in crisi; tenta di ergersi a capo di una sinistra socialdemocratica che nazionalmente finge di essere alternativa al renzismo e che poi sul piano locale è alleata ovunque del Pd di cui sostiene le politiche capitaliste di smantellamento di servizi sociali e di forte attacco ai diritti dei lavoratori.
D'altronde, l'uomo politico che dal palco della Permanente di Milano si scaglia contro “i teorici dell'austerity” è lo stesso che in dieci anni di governo ha fatto conoscere direttamente al popolo pugliese cosa fosse l'austerità capitalista applicando le ricette di quei teorici che tanto attacca negli ultimi tempi. In tal senso basta ricordare il Piano sanitario pugliese che ha cancellato 20 ospedali pubblici, tagliato 2500 posti letto e interi reparti (tra cui anche vari pronto soccorso), mentre la sanità privata si è sempre ingrassata di contributi pubblici. Stessa cosa nel campo scolastico con un milione di euro di finanziamenti pubblici alle scuole private che il "rivoluzionario gentile" ha erogato mentre poi teneva comizi a difesa della scuola pubblica.

Come certamente la crisi non l'hanno pagata le multinazionali, fortemente foraggiate dal vendolismo pugliese che hanno potuto fare ricchi affari nel tacco dello stivale.

L'impressione chiara è che i Vendola e i Fratoianni siano alla ricerca disperata di un allargamento della loro Sel ma che non trovino al momento pezzi di ceto politico interessati a tale operazione di allargamento, salvo l'area di Grassi del Prc e, come detto, Ferrero alla ricerca di una salvezza qualsiasi dal naufragio cui ha portato il suo partito. Human Factor è stato il chiaro tentativo di spingere una parte del Pd (quella più sofferente) ad un passo chiaro verso la scissione dal partito renziano, un tentativo però al momento del tutto fallimentare che lascia Sel verso il dilemma tra lo scioglimento nel Pd (come ha già fatto l'ex capogruppo di Sel Migliore) e il ritorno in una casa comune con Ferrero e con l'aggregazione che nascerà dal matrimonio tra quest'ultimo con Spinelli e Revelli.

La cosa certa, al di là della forma organizzativa (e con quali partner si combinerà), è che la “cosa” vendoliana rimane saldamente ancorata al riformismo socialdemocratico (senza riforme) che governa già localmente con i liberali del Pd, e che punta a ricostruire con gli stessi un'alleanza di governo anche nazionale, per arrivare alla quale ha necessità di mettere fieno in cascina per una prossima ricontrattazione politica con Renzi, quando le elezioni politiche diventeranno non una previsione giornalistica ma una scadenza reale.

In altre parole, nulla che possa interessare i lavoratori e i giovani e una ripresa delle lotte contro la borghesia, le sue politiche, i suoi governi.

 

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