Precari a vita, il caso
del professor Q
Note a margine dell'ennesima Finanziaria di tagli alla
scuola
di Anna Arcadi
Anche noi insegnanti e precari della Scuola
vogliamo dare il nostro piccolo contributo alla Finanziaria del ministro
Padoa-Schioppa, come ha fatto sul Corriere della Sera del 16 ottobre il
giuslavorista (ma anche professore universitario, burocrate Cgil e dirigente Ds)
Pietro Ichino (a ogni incarico rivestito corrisponde lauta
ricompensa).
Per la precisione, daremo un contributo
informativo: racconteremo a Padoa-Schioppa, al ministro dell'Istruzione Fioroni
e allo stesso Ichino - che s'indigna per la presenza nella scuola pubblica di
insegnanti fannulloni e suggerisce di cominciare a risanare le finanze dello
Stato con qualche bel licenziamento - come trascorre le giornate
questo professor Q, cioè il professor Qualunque. Racconteremo, in particolare,
come vive nell'attesa del varo della Finanziaria, ad anno scolastico appena
iniziato.
Se il professor Q è un "privilegiato", ha un posto di
lavoro a tempo indeterminato. Le condizioni necessarie per essere un
"privilegiato" nella scuola pubblica sono almeno due: aver compiuto il
cinquantesimo anno d'età (o giù di lì) e aver passato decenni nelle forche
caudine del lavoro precario. Se il "privilegiato" professor Q, come il
fannullone di Pietro Ichino, insegna e vive a Milano, metterà da parte - una
volta pagati l'affitto, il bollo per la macchina, le spese per mangiare e bere -
un lauto bottino di circa duecento euro al mese. La mattina, tendenzialmente, il
"privilegiato" professor Q gode dei suoi privilegi in classi di trenta
studenti circa, in una scuola che cade a pezzi, con un preside-manager che
dispone a piacimento della vita del professor Q e degli altri colleghi.
Se il professor Q, invece, ha l'ardire di avere un'età
compresa tra i venti e i quarantanove anni, ovviamente dovrà sudare parecchie
camicie prima di arrivare a godere di cotanti onori. E' per questo, per temprare
le sue membra e il suo spirito, che il giovane professor Q (uno delle centinaia
di migliaia di precari della Scuola in attesa di assunzione) sarà costretto per
qualche lustro a spostarsi da una parte all'altra della penisola alla caccia di
qualche mese (a volte qualche giorno) di supplenza; a elemosinare qualche punto
lavorando quasi gratis nelle scuole private (dove la norma è il contratto a
progetto, fatta salva la "prestazione gratuita" per fini morali negli istituti
confessionali); a sborsare migliaia e migliaia di euro per avere un'abilitazione
(coi corsi abilitanti e le cosiddette Siss a frequenza obbligatoria organizzati
dalle Regioni o dalle Università, dove padri di famiglia quarantenni ritrovano
la gioia di ritornare tra i banchi con zaino e cartella...); a passare interi
anni scolastici nell'attesa vana di una chiamata o di un sussidio di
disoccupazione; a spendere 1300 euro per tre (tre!) punti in graduatoria
frequentando costosissimi corsi universitari, pensati ad hoc per
compensare i tagli alla ricerca svuotando le tasche dei disperati; ad
arrotondare, nei casi migliori, lo stipendio con qualche lavoro in un
call-center o in un supermercato.
Ma, almeno fino a qualche tempo fa, se il giovane professor Q
aveva la costanza di resistere in questo inferno per un paio di decenni, con
l'avanzamento nelle graduatorie poteva coltivare la speranza di un posto fisso;
oggi, grazie al ministro Fioroni, anche il misero sogno di diventare un
professor Q del primo tipo (quello che abbiamo ironicamente definito
"privilegiato") può rivelarsi una vana utopia.
Tanto per cominciare, la Finanziaria prevede per la Scuola
una riduzione di spesa di circa 4,5 miliardi di euro, che si tradurrà anzitutto
negli annunciati tagli nell'organico di almeno 50 mila posti. Per carità, i
tagli verranno fatti per salvare la Scuola dalle immense schiere di fannulloni
che la popolano! Tant'è vero che non abbiamo dubbi che il ministro Fioroni, che
tanta legittimità pare dare alle preoccupazioni del tuttologo Ichino, troverà
qualche nobile espediente per dare il benservito a chi, dopo una vita di stenti,
pensa oggi di dormire sugli allori dei suoi scandalosi privilegi...
E' prevedibile, come già annunciano voci di corridoio, che
verranno introdotti nuovi concorsi con valenza selettiva, col duplice scopo di
frapporre un ulteriore ostacolo tra le migliaia di precari e l'assunzione e di
favorire il licenziamento di personale già in ruolo. Per ora, il metodo
utilizzato dal ministro per far digerire la mancata abrogazione della legge
Moratti, l'aumento dei finanziamenti (150 milioni di euro!) alle scuole private
("per compensare il drammatico taglio operato sul fondo per le private dal
governo Berlusconi", sic!), l'innalzamento del numero di alunni per
classe, i tagli ai finanziamenti e dei posti di lavoro (pardon,
"razionalizzazioni", ci tiene a precisare il viceministro per la Pubblica
Istruzione Mariangela Bastico) è quello del bastone e della carota:
precisamente, il bastone vero e la carota falsa. Si annunciano, infatti, ad ogni
piè sospinto fantomantiche assunzioni in massa dei precari (150 mila), ma poi si
scopre che si tratta solo di un "piano di fattibilità" per i prossimi anni, che
verrà sottoposto, volta per volta, al ministro dell'Economia, che ci
spiegherà, volta per volta, che, per colpa dei professori fannulloni,
non ci sono le risorse...
Questo il quadro. Ora provate, per un istante, a
figurarvi il giovane quarantenne professor Q, che ha dovuto trasferirsi con
tutta la famiglia in un tristissimo paesino della provincia di Varese per
qualche ora di supplenza; immaginatelo nella settimana tra il 16 e il 22
ottobre, mentre sfoglia il Corriere della Sera durante l'intervallo e
gli cade l'occhio sull'articolo dell'emerito Ichino, che lamenta lo scandalo dei
professori fannulloni impunemente stipendiati dallo Stato; e poi la risposta
interlocutoria del ministro Fioroni, che assicura maggior rigore per gli anni a
venire; e poi le lettere dei genitori proprietari d'azienda che deplorano
l'ingiuria inferta alla Scuola italiana da queste masse di insegnanti fannulloni
privilegiati. Immaginatelo.
La lotta dei precari della Scuola contro
la Finanziaria avrà un primo momento importante nella giornata del 4 novembre,
che, nonostante la piattaforma estremamente limitata presentata dai promotori
(tra cui la Cgil, che ha avuto il "merito" di introdurre nella scuola, prima che
in altri ambiti del pubblico impiego, i fondi pensione), sarà un'occasione per
dire No al governo Prodi e alla sua Finanziaria di tagli. Similmente, gli
insegnanti, precari e non, di Pc Rol parteciperanno allo sciopero generale del
17 novembre: è necessario mobilitarsi affinché tutta la Scuola scenda in piazza
per cacciare il governo Prodi, portavoce di Confindustria e del Vaticano, per un
governo dei lavoratori.