Partito di Alternativa Comunista

trotskismo oggi 7

E' uscito il numero 7 di
Trotskismo oggi
 
trotskysmo 7
 
 
 
 
rivista marxista rivoluzionaria di storia, politica e cultura - Teoria e prassi
 
 
  
 
In questa news:
- il sommario del nuovo numero
- come richiedere la rivista e i numeri precedenti
- le versioni scaricabili in pdf del n. 1 e 2
- l'editoriale
 
Ricostruire la memoria del movimento operaio per confrontarsi
con le sfide di oggi, per preparare la rivoluzione di domani!
Editoriale di Matteo Bavassano
 
Attualità
 
Sionismo, "questione ebraica" e "questione palestinese"
La situazione della Palestina in una lettura e una prospettiva marxista
di Valerio Torre
 
Storia
 
Facciamo come a Mirafiori!
Dallo Statuto dei lavoratori all'occupazione della Fiat nel '73
di Fabiana Stefanoni
 
Le donne bolsceviche e la rivoluzione d'Ottobre (seconda parte)
di Laura Sguazzabia
 
Speciale dibattito sul marxismo
Sulla questione della "inevitabile" vittoria del socialismo. Due tesi a confronto
 
Sulla "inevitabile" vittoria del socialismo
di Martin Hernandez
 
Il teorico della "inevitabilità" del socialismo è il Kautsky rinnegato (non Marx)
di Francesco Ricci e Ricardo Ayala
 
Confronti
 
Per un bilancio della "Seconda repubblica"
di Alberto Airoldi
 
Antonio Trenti, militante internazionale
di Ugo De Grandis
 
Inediti tradotti
 
John Reed: Le origini del controllo operaio in Russia
traduzione di Matteo Bavassano
 
Classici del marxismo
 
Trotsky e il materialismo dialettico
Questioni di metodo nella polemica con l'opposizione del Socialist Workers Party
di Adriano Lotito
 
Lenin: Un passo avanti e due indietro
Un testo essenziale per comprendere la concezione leninista del partito e le sue distorsioni ad opera di stalinisti, riformisti e centristi
di Mauro Buccheri
 
Victor Serge: L'anno primo della rivoluzione russa
Le difficoltà, lo sviluppo e la vittoria della rivoluzione bolscevica
di Mauro Pomo
 
Recensioni

Assassinii nel Maquis
La tragica morte di Pietro Tresso
a cura di Patrizia Cammarata
 
 
 
 
 
Come richiedere la rivista
 
Acquista Trotskismo oggi a 5 euro presso una sezione del Pdac, oppure ricevi la rivista direttamente a casa
 (in busta chiusa, con posta celere) effettuando il pagamento in uno di questi due modi:
1) pagando 5 euro per ciascun numero + 1 euro complessivo di contributo spese di spedizione con paypal.
Vai sul sito
www.alternativacomunista.org e clicca sul link a paypal in alto a destra
 (pulsante rosso: "paypal donazione"). Nella causale indica: copia Trotskismo oggi (indica il o i numeri che vuoi).
2) pagando 5 euro (per ciascun numero che chiedi) + 1 euro di contributo spese di spedizione
con vaglia postale su ccp n° 1006504052 intestato a:
Partito di Alternativa Comunista
(nella causale indica: copia Trotskismo Oggi e precisa quale o quali numeri chiedi 
se richiedi più numeri paghi 5 euro per ciascuno e solo 1 euro di spedizione totale).
Per conferma invia sempre anche una mail a
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con nome, cognome e l'indirizzo a cui va spedita la rivista
 
 
 
trstkismo copertine varie
 
I primi due numeri scaricabili
 
Sul nostro sito web www.alternativacomunista.org
a breve saranno scaricabili, gratuitamente,
 i numeri 1 e 2 della rivista (esauriti)
in formato pdf
 

L'editoriale del numero 7
 
 

Ricostruire la memoria del movimento operaio

per confrontarsi con le sfide di oggi,

per preparare la rivoluzione di domani

 
 
di Matteo Bavassano

Quello che avete tra le mani è il settimo numero della rivista teorica del Pdac, Trotskismo oggi. Forse qualcuno si chiederà per quale motivo facciamo questo grande sforzo: scrivere articoli, controllare citazioni, impaginare una rivista piacevole da vedere e da leggere. Il fatto è che il movimento rivoluzionario non può fare a meno di quelle esperienze e di quegli insegnamenti che ci può dare solo la storia del movimento operaio internazionale: se non facciamo uno sforzo per ricostruire questa storia, che la borghesia tenta ogni giorno di distruggere e di falsificare con i suoi giornali, i libri dei suoi intellettuali, le sue televisioni, le sue scuole e chiese, il compito del proletariato sarà estremamente più difficile. E in questa lotta è fiancheggiata dai riformisti e degli stalinisti, che da decine di anni aiutano la borghesia in questa opera di falsificazione: non possono ammettere che hanno aiutato i padroni in tutte le occasioni in cui questi ultimi hanno rischiato di perdere il loro potere. Questo perché riformisti e stalinisti si sono integrati nel sistema costruito dalla borghesia con il compito di frenare il movimento operaio, e il modo più semplice per riuscirci è quello, una volta ristabilito l’ordine, di cancellare l’idea stessa della rivoluzione dai propositi e dalla memoria del proletariato, dando però alla storia una tinta riformista assente nella versione della borghesia: se non fossero in grado di dare una prospettiva, per quanto illusoria, di cambiamento sociale non avrebbero nessuna fiducia dalle masse, perdendo così ogni utilità per la borghesia che gli elargisce tante prebende.
Accanto alla falsificazione storica poi gli stalinisti aggiungono la falsificazione teorica per giustificare ai lavoratori la loro condotta passata e soprattutto quella futura, completando così lo scempio del patrimonio del movimento rivoluzionario, patrimonio costruito su vittorie ed errori di migliaia di operai che hanno lottato per il socialismo, operai di cui gli stalinisti insultano ogni giorno la memoria, dopo averne causato in molti casi la morte, direttamente o indirettamente. Diviene quindi fondamentale, per preparare al meglio i rivoluzionari di oggi e di domani ai loro compiti storici, smascherare queste falsità. Scrivevamo prima che gli stalinisti si sono integrati nella società borghese: nella maggior parte dell’Europa occidentale questo è avvenuto durante la Seconda guerra mondiale con il tradimento di centinaia di migliaia di partigiani che volevano liberarsi non solo dal fascismo ma anche dal capitalismo. Abbiamo ricostruito la vicenda della Resistenza tradita in Italia nel quarto numero di Trotskismo oggi, dove abbiamo anche riportato un importante scritto di Pietro Tresso, fondatore del PcdI, collaboratore di Gramsci e poi dirigente della Quarta Internazionale, ucciso dagli stalinisti in Francia, dove pure organizzarono il ritorno al potere dei padroni frenando la lotta dei lavoratori francesi.
Pensiamo che sia importante che particolarmente le nuove generazioni sappiano di chi è la responsabilità se sono costrette ancora a vivere in questo mondo basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e che frustrerà inevitabilmente qualsiasi loro volontà di realizzare sé stessi. Bisogna dire, per esempio, che se le masse greche sono costrette sotto il giogo dell’austerità è perché a suo tempo la direzione stalinista del movimento operaio ha fatto fallire la resistenza in Grecia (vicenda vergognosa di cui si sa purtroppo poco o niente e su cui ci ripromettiamo di pubblicare qualcosa in futuro) e bisogna spiegare come oggi stiano nuovamente e coscientemente andando contro gli interessi dei lavoratori greci evitando di tenere una politica conseguentemente rivoluzionaria di fronte al governo di fronte popolare di Syriza. E sono proprio i giovani militanti che ci esortano a continuare la pubblicazione di Trotskismo oggi, che comprano questa rivista, per saziare la loro fame di teoria, di verità storica che non possono trovare nei normali canali di informazione, perché sentono la necessità di andare contro la coscienza borghese dominante. Qualcuno si è accorto del successo di questa rivista e ha anche provato (con scarso successo) a replicarlo, facendo peraltro credere di aver iniziato prima di noi quest’opera necessaria. Comunque, per tornare alla domanda ipotetica con cui aprivamo l’articolo, lo sforzo della pubblicazione della nostra rivista è ampiamente ripagato dalle nuove avanguardie delle lotte, soprattutto giovani, che si avvicinano alla nostra organizzazione anche per le risposte teoriche che diamo ai loro interrogativi. La nostra rivista è fatta da militanti che sono al loro fianco quotidianamente nelle lotte e nelle piazze, ma si sforzano anche di scrivere degli articoli (spesso con un’accuratezza tale che potrebbero essere pubblicati su qualsiasi rivista scientifica o accademica) perché le avanguardie possano crescere in quanto dirigenti del movimento rivoluzionario e far crescere con loro i movimenti di lotta nei quali sono attivi, cercando di imprimergli una dinamica anticapitalista e rivoluzionaria, nella prospettiva di unificare le lotte contro questo sistema intorno al programma politico del proletariato. La nostra rivista serve per questo: per riscoprire le basi su cui costruire da oggi la rivoluzione necessaria per cambiare questo mondo.
Questo numero si apre con un magistrale articolo di Valerio Torre che tratta il problema del sionismo da un punto di vista marxista, partendo dalle origini della «questione ebraica», analizzata anche alla luce del contributo teorico fondamentale di Abrham Léon, dirigente della Quarta Internazionale di origine ebraica e morto ad Auschwitz, fino ad arrivare alla «questione palestinese», cioè all’oppressione dei palestinesi da parte dello Stato sionista di Israele. Fabiana Stefanoni invece continua a ripercorrere le lotte operaie negli anni ’70, dopo che già nel numero 4 della nostra rivista aveva scritto un articolo sul tema: questo nuovo contributo si concentra in particolare sulla lotta degli operai Fiat di Mirafiori e che sfocia nell’occupazione del ’73; il tema è molto importante perché l’articolo analizza anche la politica dei gruppi centristi di quegli anni, Lotta continua, Potere operaio e Avanguardia operaia, e non si può pensare di costruire il partito rivoluzionario necessario oggi senza analizzare e criticare gli errori di quelle formazioni, smitizzandole finalmente agli occhi dei militanti vecchi e nuovi della sinistra. La parte storica della rivista si chiude con la seconda parte dell’articolo di Laura Sguazzabia sulle donne del partito bolscevico, la cui prima parte è apparsa sullo scorso numero della rivista. Presentiamo poi uno speciale con due contributi di un dibattito teorico, che la Lit ha deciso di svolgere pubblicamente, circa l’«inevitabilità» del socialismo, il primo di Martin Hernandez, dirigente della Lit, il secondo di Francesco Ricci, dirigente del nostro partito e direttore della nostra rivista teorica. In questo numero abbiamo inoltre dato spazio a due contributi esterni al nostro partito: Alberto Airoldi, che aveva militato nell’Amr – Progetto comunista, traccia un bilancio della seconda Repubblica come stimolo a un dibattito sulla questione, mentre Ugo De Grandis, storico della Resistenza, che aveva già contribuito alla nostra rivista con un articolo sull’eccidio di Schio, scrive delle vicende di Antonio Trenti, militante comunista emigrato in Urss durante il fascismo. Pubblichiamo quindi un inedito di John Reed, “Le origini del controllo operaio in Russia”. Chiudono la rivista le consuete schede dei classici, di cui citiamo in particolare quella di Adriano Lotito, già autore di diversi articoli sul materialismo storico per Trotskismo oggi, che ci parla in maniera interessante e approfondita di In difesa del marxismo, scritto in cui Trotsky criticava la minoranza dell’Swp che non comprendeva la natura di classe dell’Unione sovietica alla vigilia del secondo conflitto mondiale. Non ci resta che invitarvi a leggere anche questo nuovo numero della nostra rivista, perché non vi è un solo tema trattato che non sia di assoluta attualità ed importanza oggi. Passa dalla formazione dei quadri la costruzione dell’indispensabile partito rivoluzionario.

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