Lgbt+: per la nostra libertá serve la rivoluzione!
Il volantino diffuso da Alternativa comunista alle manifestazioni di questi giorni
La lotta contro l’oppressione delle persone lgbt+ è sempre esistita nel capitalismo. La lotta contro questo tipo di oppressione è iniziata già alla fine dell’Ottocento, quando ci sono state le prime petizioni contro leggi e misure che miravano a punire e discriminare gli omosessuali. Durante la seconda guerra mondiale, sia nella Germania nazista che nella dittatura di Stalin, l’omosessualità era un reato ed era punita con anni di reclusione, in carcere, nei campi di concentramento o in Siberia. Finita la guerra iniziarono a formarsi, in tutta Europa e negli Stati Uniti, dei movimenti che avevano l’obiettivo di rimuovere l’omosessualità dall’elenco delle patologie mentali, ma anche quello di far sì che gli omosessuali venissero integrati nella società, senza, però, prevedere cambiamenti sociali.
Questo fino al 1969, anno dei moti di Stonewall, eroiche giornate di dura battaglia contro la repressione poliziesca: dopo quelle giornate di scontro e dura lotta - negli Stati Uniti prima e poi in vari Paesi d’Europa - si formò il Gay Liberation Front. È da questa tradizione di lotta che nascono i Pride a cui anche oggi partecipiamo.
I partiti borghesi come Pd, così come quelli a base piccolo-borghese, come il M5s, si limitano a operazioni di facciata: presentano progetti di legge come il DdL Zan mentre continuano a stare al governo con partiti omobitransfobici. Non solo: difendono gli interessi di multinazionali che cercano di appropriarsi della bandiera lgbt+ al solo fine di trasformarla in occasione di profitto. Intanto milioni di lgbt+ ogni anno continuano a subire violenze, emarginazione, discriminazione. La comunità lgbt+ non deve permettere a quei partiti di appropriarsi del Pride solo per raccogliere consenso elettorale e per continuare a mandare avanti gli sporchi affari del capitalismo!
Il capitalismo è un sistema che divide sistematicamente i lavoratori e gli strati poveri della società ed emargina il diverso: la pandemia ha inasprito ancora di più la situazione della comunità lgbt+, con molti giovani costretti alla convivenza oppressiva con famiglie reazionarie; con tante persone in transizione che hanno dovuto sospendere per lungo tempo le terapie, con seri effetti collaterali sia organici che psicologici.
Il capitalismo è un sistema realmente incompatibile con la libertà sessuale e sentimentale per tutti: le multinazionali si dipingono d’arcobaleno per un mese, ma è ancora difficile e pieno di sofferenze il percorso per riconoscere, dichiarare ed esprimere la propria sessualità.
Rilanciamo un Pride di lotta! Basta discriminazioni per gli lgbt+!
Equiparazione giuridica delle unioni civili al matrimonio! Uguale diritto all’adozione per le coppie lgbt+!
Spazi d’ascolto e di sostegno pubblici, gratuiti e di qualità! Servizio sanitario pubblico e specialistico per la transizione!
Lottiamo per la rivoluzione, per abbattere il capitalismo e costruire il socialismo: un sistema in cui le differenze non siano più motivo di oppressione!